I sette precetti noachidi

I sette precetti noachidi

Origini e riferimenti

Puntualizziamo prima di tutto che il Noachismo non è né “ateismo” né una nuova forma di religione giudaizzante bensì il “culto delle origini”, la fede nell’Unico D-io Creatore del cielo e della terra.
Il Noachismo è il monoteismo delle origini cui l’ebraismo è la “particolarizzazione” sacerdotale.
Attualizzando andremo a precisare in questa breve presentazione il concetto dei 7 precetti fino a definirlo “monoteismo etico noachide”.

La fede monoteista è alla base di tutta la proposta dei semplici 7 precetti che la compongono.

Questa breve introduzione è stata pensata per dare dei riferimenti concreti delle varie tradizioni religiose e sociali dalle quali si ricavano.

Tradizione ebraica

Nel libro della Genesi troviamo la storia di Noè.

 “Noè era un uomo giusto e integro per la sua generazione. Egli procedeva con D-io.”

(Genesi 6-9)

Per queste sue qualità Noè, figlio di Lamech, trovò grazia agli occhi del Signore che gli ordinò di costruire un’arca di legno per entrarvi con tutta la sua famiglia ed essere così risparmiati dal diluvio universale.

Noè con i suoi tre figli Sem, Cam, Jafeth, restarono nell’arca 40 giorni e 40 notti e una volta finita la furia degli elementi, uscirono insieme a tutti gli animali che erano stati ospitati nel suo piano inferiore.

Noè costruì un altare al Signore D-io che così parlò a Noè e ai suoi figli: “Ecco il segno del patto che io faccio tra me e voi e tutti gli esseri viventi che sono con voi, per tutte le generazioni future.  
Io pongo il mio arco nella nuvola e servirà di segno del patto fra me e la terra.  
Avverrà che quando avrò raccolto delle nuvole al di sopra della terra, l’arco apparirà nelle nuvole; io mi ricorderò del mio patto fra me e voi e ogni essere vivente di ogni specie, e le acque non diventeranno più un diluvio per distruggere ogni essere vivente.” 

(Genesi 9, 12-15)

Ecco l’Antico Patto, con il segno dell’arcobaleno che D-o stipula con l’uomo. Di conseguenza vi sono poi le azioni compiute da Noè dopo il diluvio.

Appena uscito dall’arca con i suoi figli, Noè, costruisce un altare ed offre un sacrificio di ringraziamento al Signore (Genesi 8-20) sacrificio che consiste nel bruciare la vittima sull’altare (olah).

Considerata allora la precarietà di animali si può arguire che il giusto Noè offriva al Signore la cosa più cara che in quel momento egli possedesse.

Questa dunque la fede di Noè e dei suoi figli che nasce dalla rivelazione dell’Unico D-io.

Ai noachidi pertanto sono vietati culti e servizi ad altre divinità perché questo sarebbe “idolatria”.

Ecco da dove derivano le leggi noachidi a cui tutta l’umanità è sottoposta: è una preziosa “eredità” sociale e soprattutto spirituale.

Quelli che accettano l’osservanza di queste leggi (e le loro organizzazioni di supporto ufficialmente costituite) sono definiti Bene Noach (B’nei Noah – in ebraico: בני נח‎), Figli di Noè o Noachidi.
Tecnicamente il termine Bene Noach si applica a tutti i discendenti non-ebrei di Noè.
Oggigiorno, tuttavia, è usato pure per indicare specificamente i non-ebrei che osservano le leggi Noachidi.

Dunque secondo la Bibbia (prenderemo come testo di riferimento la Torah scritta e orale), tutta l’umanità discende da Noè.
Noè e i suoi tre figli Sem, Cam e Yafet sopravvissero al diluvio insieme alle loro mogli. Una volta raggiunta con l’arca la terra asciutta, essi “rifondarono” delle famiglie e ripopolarono la terra.
Quando la famiglia di Noè lasciò l’arca, il Creatore strinse un patto con loro. Secondo il Talmud (la Torah orale), questo patto comprendeva le sette leggi noachidi.
Quindi, per i B’nei Noah, tutti gli esseri umani viventi sono discendenti di Noè e come tali sono soggetti alle leggi noachidi.

Secondo la tradizione ebraica, le sette leggi di Noè sono i principi fondamentali sui quali si deve basare ogni società’ civile e ogni regola di convivenza che ciascun uomo deve assolutamente osservare.

Si tratta di un argomento in genere poco conosciuto. Elia Benamozegh, uno dei maggiori maestri del pensiero ebraico in Italia del 1800, ha reso pubblico e spiegato il tema della “religione universale” del noachismo.
Gli Ebrei sono spesso stati accusati di avere una legge, la Torah, fatta solo per israeliti e di aver “dimenticato” tutto il resto dell’umanità’. 

Niente di più’ sbagliato: secondo l’ebraismo infatti D-o , prima della Torah, diede al mondo leggi che tutti i popoli devono seguire se vogliono considerarsi civili. 

Non vi e’ alcun testo originale delle leggi di Noè ne’ si e’ mai parlato di una sua eventuale esistenza in maniera esplicita (probabilmente perché l’ebraismo ha dovuto concentrarsi sulla sua sopravvivenza nel corso dei secoli…). Vedremo più avanti nelle altre tradizioni.

Le fonti ebraiche più’ “moderne” in cui si faccia menzione di queste leggi sono quelle talmudiche, fonti orali che si cominciarono a trascrivere solo all’inizio dell’era volgare: la Tosefta’ (discussione rabbinica) attribuita a Chiya bar Abba’, nato verso il 160 e. v., è il primo libro di halacha’ a delineare le sette leggi. 

Secondo l’insegnamento dei rabbini del Talmud, questi sette precetti non sono in realtà’ solo sette regole, ma ognuna di esse comprende un intero ambito di leggi che vengono codificate in altre derivazioni complementari specifiche. 

Sono cioè’ sette precetti (leggi) che riguardano soprattutto il vivere e il convivere civile. 

Non bisogna cadere nell’equivoco di confrontare i 613 precetti per gli ebrei con i sette precetti noachidi, perché da un lato abbiamo 613 precetti particolari comprendenti anche leggi su purità e ritualità che gli ebrei devono seguire per svolgere il lavoro al Tempio di Gerusalemme (Bet Hamikdash), mentre i sette precetti noachidi (con le derivazioni collegate) riguardano i rapporti umani e le relazioni sociali per tutta l’umanità. 

Si dice che ci sia stato il diluvio universale perché gli uomini avevano disatteso queste leggi e Noe’, subito dopo il diluvio, le abbia codificate. Tali norme dunque sono state istituite agli albori della civiltà e sono le prime operanti nel mondo. Secondo la datazione che si ottiene dalla Torah il codice di Hammurabi, quello ittita e i codici assiri sono tutte leggi posteriori, e tutte si rifanno in parte alle leggi di Noè. Ricordiamoci che Hammurabi visse circa all’epoca di Abramo, cioè’ dieci generazioni dopo Noè.

Altre tradizioni

Menzione dei precetti (molto simili e praticamente gli stessi) sono stati dunque rinvenuti nel codice di Hammurabi (che venne redatto durante il regno del re babilonese Hammurabi (o Hammu-Rapi), che regnò dal 1792 al 1750 a.C) in quello ittita o nei codici assiri, dove si sono conservate grazie ad antiche tavolette e le steli sui quali furono scolpite.

Tracce dei precetti noachidi si trovano anche nel Libro dei morti egiziano (1550 a.C. circa) dove il defunto davanti al tribunale ultraterreno con la confessione delle proprie colpe si confrontava con i principi morali ed etici contenenti i 7 precetti.

Anche nel Buddismo (VI, V sec. a.C.) e nello Shintoismo (VI secolo a.C.) si trovano i riferimenti universali alle leggi di Noè.

Sia nella tradizione islamica che in altre correnti di fede più recenti si possono trovare ancora riferimenti agli enunciati noachidi. 

Anche nelle tradizioni esoteriche il numero 7 e i colori dell’arcobaleno sono strettamente legati i 7 principi e addirittura alle parti del corpo umano. Da qui anche l’ordine e i colori che proponiamo per ogni enunciato.

Da quanto si desume dalle varie tradizioni (e non solo quindi ebraica) , possiamo dedurre che queste leggi pongono il noachismo su un piano paritario a tutte le realtà sociali e religiose (e soprattutto con quella della tradizione ebraica), il che garantisce, a livello di fede, a tutti i popoli di entrare nel novero dei giusti, e di avere il diritto al “Mondo a Venire”.

Nello stesso tempo i precetti noachidi sono anche un modello e un riferimento etico e morale alla base di ogni diritto civile e sociale attuale. Ecco il perchè alla fine i 7 precetti divengono per noi oggi il monoteismo etico cosiddetto “noachide” che vogliamo proporre inserito poi nella nostra cultura italiana.

Ecco i 7 precetti noachidi (o leggi) elencati e “colorati” secondo i criteri dei colori tradizionali dell’arcobaleno associati alle parti dell’uomo.

Ci proponiamo in seguito di pubblicare delle riflessioni e dei commenti, anche con nostri interventi specifici, per favorire il dibattito e l’attualizzazione di ogni precetto.


I sette precetti noachidi

1. Non commettere idolatria

2. Istituisci tribunali di giustizia

3. Non profanare il Nome

4. Non uccidere

5. Non essere crudele con gli animali 

6. Non avere rapporti sessuali illeciti

7. Non rubare

Ecco il VIDEO con i sette precetti e le derivazioni complementari specifiche (di origine biblica e talmudica).

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