5. Non essere crudele con gli animali

5. Non essere crudele con gli animali

Non mangiare parti di animali vivi né il sangue 


RIFERIMENTI:
Non mangerete la carne assieme alla sua vita né con il suo sangue
(Genesi, 9,4)

Non ci si cibi della parte staccata di un animale vivo

Non si mangi il sangue 

Non ci si cibi di un animale smembrato da vivo, anche se è ormai morto

Non si deve commettere crudeltà verso gli animali

Non si deve rimanere insensibili di fronte alla crudeltà di altri verso gli animali

Non si deve bere il sangue di alcun animale, né uccidere animali per scopo ludico o sportivo

Non si deve rimanere insensibili di fronte alla preparazione del proprio cibo


COMMENTO:
Da Adamo in poi, per dieci generazioni fino a Noè, l’umanità era stata vegetariana.
La proibizione del mangiare una parte del corpo di un animale mentre questo è ancora vivo, prima che venga ucciso fu dato a Noè quando uscì dall’Arca: “Ma non mangerete la carne assieme alla sua vita né con il suo sangue”(Genesi, 9,4), subito dopo che fu permesso di mangiare carne, come sta scritto: ‘Metterò il timore e la paura di voi su tutti gli animali della Terra e su tutti gli uccelli del cielo” (Genesi, 9,2).
Una distinzione di animali puri ed impuri poi viene fatta comunque già prima del diluvio (Genesi 7,2).

Il Sèfer haChinùkh (mitswà 452) spiega che lo scopo di questa proibizione è quello di allontanare l’uomo dalla crudeltà: “Non esiste una crudeltà più grande di quella di chi taglia un pezzetto ad un animale che gli sta davanti vivo e lo mangia” (Sèfer hachinùkh, di Rabbì Avraham di Barcellona, Feldheim Pub. VoI IV, pag. 408, Jerusalem, 1992).

L’educazione alla misericordia è un dovere che la Toràh estende a tutti gli uomini.
Adamo non ricevette L’educazione alla misericordia è un dovere che la Torà estende a tutti gli uomini. Adamo non ricevette questa settima mitswà perché le disposizioni naturali che egli aveva in cuore derivavano dal suo esser stato creato ad immagine divina. Però nel corso di 10 generazioni, quando si giunse alla generazione del Diluvio, che era quella di Noè, il cuore dell’uomo peggiorò molto, ed infine divenne una necessità evidente dare questo comandamento affinché gli uomini sopravvissuti al Diluvio non diventassero spietati e crudeli.

Mangiare carne è un permesso subordinato a determinate regole che impongono la  consapevolezza dell’atto di appropriarsi dell’involucro di una vita questo appropriarsi deve limitarsi al godimento della carne escludendo la sofferenza dell’animale sia nell’atto dell’allevamento che nell’atto dell’uccisione non ci si può appropriare della carne dell’animale mentre è ancora in vita ( strappando l’arto dell’animale ” con la sua anima vita “) ne mangiare il suo sangue. 

Il passo “il  suo sangue” è stato inteso in questo modo anche da fonti non rabbiniche e nella tradizione cristiana (Atti 15, 20) e nel “libro dei giubilei” (del 200 a.C. circa): “Nel ventottesimo giubileo, Noach iniziò ad imporre ai suoi figli gli ordinamenti, i comandamenti e tutti i giudizi che egli conosceva, ed esortava i suoi figli ad osservare la giustizia e a coprire la vergogna della loro carne, e a benedire il loro Creatore, ad onorare il padre e la madre, ad amare il loro vicino e a tenere lontane le loro anime dalla fornicazione, dalla sporcizia e da tutte le iniquità. ”

Coloro che hanno compiuto spargimenti di sangue umano e che si nutrono del sangue di ogni carne dovranno essere distrutti dalla terra” (Libro dei Giubilei 7:20-28). 

Esattamente come affermato dalla tradizione rabbinica, anche nel Libro dei Giubilei è scritto che Noach ricevette dei comandamenti direttamente da Dio.

I precetti menzionati sono proprio le leggi noachidi a cui si aggiungono alcuni insegnamenti morali riconducibili ad essi.

L’esortazione a “benedire il Creatore” non è altro che la forma positiva della proibizione di bestemmiare. Troviamo anche la condanna dell’immoralità sessuale, il divieto dell’assassinio e quello di bere il sangue.

Nel testo degli “Atti degli apostoli” nel cosiddetto “Nuovo Testamento” cristiano (composto alla fine del I secolo d.C.), si narra la storia della prima comunità dei seguaci di Joshua Ben Joseph (Gesù, detto il “nazareno”), i quali erano inizialmente tutti Ebrei osservanti della Torah. Quando però ad essi si aggiunsero dei pagani, gli apostoli e tutti i principali rappresentanti del movimento dovettero riunirsi a Gerusalemme per decidere come agire nei loro confronti.

Bisognava imporre a quei pagani la circoncisione e l’osservanza di tutta la Legge Mosaica?

Secondo il libro degli Atti, dopo alcune controversie (che in realtà durano fino ad oggi), la comunità accettò la proposta dell’apostolo Giacomo:

“Perciò io ritengo che non si debba dare molestia ai pagani che si convertono a Dio [imponendo tutta la Torah], ma che si scriva loro di astenersi dalle contaminazioni degli idoli, dalla fornicazione, dalle cose soffocate e dal sangue“ (Atti 15:19-20).

Dunque si potrebbe asserire che la primissima comununità nata dagli apostoli proponeva per i non ebrei il noachismo.


ATTUALIZZAZIONE:
Come tratto il Creato? Qual’è il mio “rapporto” con il cibo? Ho rispetto per la natura?

Quali sono i cibi permessi e non per un noachide? 

Al noachide è permesso mangiare carne di tutti i tipi con una attenzione particolare alla macellazione e al modo in cui è tolto il sangue. Abbiamo comunque indicato nei Principi di comportamento Noachide (Atti di cura verso la creazione) alcune proposte di rispetto per il cibo.


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